Komitee gegen den Vogelmord e.V. Committee Against Bird Slaughter (CABS)

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Birdgardening

Cardellino su cardo / © Andreas Trepte - wikicommons
Cardellino su cardo / © Andreas Trepte - wikicommons

ovvero creare un giardino a misura di uccelli

Creare uno spazio naturale nel piccolo del nostro terrazzo, giardino o terreno, è una delle migliori maniere per aiutare gli uccelli a sopravvivere in questo tumultuoso secolo. Non solo, è un po’ come invertire il flusso del tempo e restituire alla natura - piante, insetti, uccelli, mammiferi, rettili, anfibi - quanto la nostra specie ha sottratto loro senza tregua negli ultimi 60 anni.

La perdita dell’habitat è infatti una delle più gravi minacce per gli animali e gli uccelli in particolare, senz’altro una delle prime cause del tracollo di numerose specie. Alcune di esse si erano talmente affezionate alle nostra capacità di creare ambienti e nicchie, da essere diventate estremamente dipendenti dall’uomo. Pensiamo al codirosso spazzacamino, ai passeri, al rondone, all’allodola... o alla rondine, che ha occupato le stalle di tutta Europa, nidificando al tepore delle mucche e alimentandosi sui campi di grano e orzo, sui prati umidi dove pascolavano le pecore.

Ora, ciascuno di noi può porre rimedio alla distruzione degli ambienti naturali, ricreandoli nel microcosmo del proprio spazio verde. Un praticello delimitato da una schermatura di sterili thuie alloctone, può diventare in pochi anni un paradiso variegato, fiorito e pieno di vita, una vera e propria "oasi naturale". È incredibile la gioia che dà anno dopo anno vedere occupare il proprio giardino dai codirossi, dalle farfalle, dalle lucertole o dal riccio. E insieme alla loro anche la qualità della nostra vita, in cittá come in campagna, fará un gran balzo in avanti!!

E non si creda che un giardino naturale sia solo uno spazio disordinato, poco colorato e sporco. Non si tratta infatti di fare crescere erbacce. Si tratta invece di ricreare nel giardino microambienti e struttre naturali (stagno, muretto a secco, siepe), utilizzando piante endemiche e installando infine cassette nido e mangiatoie per gli animali. Il talento del giardiniere sta nel ricreare e attrarre quanta più biodiversità in uno spazio limitato.

E lo si deve fare dando forma ad uno spazio armonioso che soddisfi tanto il nostro gusto estetico, quanto le necessità degli uccelli e delle altre creature che vivono nella natura. In queste pagine daremo alcuni consigli su come trasformare i nostri giardini in piccoli paradisi naturali, ricchi di vita e accoglienti per tutte le specie.

Chiocciola su fiori. Le chiocciole sono estremamente importanti in giardino, se non altro perché sono il cibo delle lucciole
Chiocciola su fiori. Le chiocciole sono estremamente importanti in giardino, se non altro perché sono il cibo delle lucciole

SIEPI

Uno degli elementi più importanti del nostro giardino è forse la siepe. Grazie alla densa vegetazione di cui è costituita e allo stesso tempo all’irradiazione solare a cui è esposta, la siepe è uno dei biotopi più vitali del giardino e luogo privilegiato da molti animali. Essa costituisce il rifugio principale e il sito di nidificazione preferito dagli uccelli, come dagli insetti e mammiferi; qui si alimentano inoltre moltissime specie.

Fra gli uccelli che vivono fra le siepi vi sono il merlo, il pettirosso, lo scricciolo, la passera scopaiola, il luì piccolo, la sterpazzola, le cince, la capinera e i passeri, solo per nominarne alcuni.

Ovviamente vi sono siepi e siepi: una siepe naturale prevede piante di specie differenti e messe in fila (a distanza di un metro) in modo da creare una successione armonica di forme e colori. I colori non sono dati solo dalle foglie e dai fiori, ma anche dalle bacche: è importante infatti scegliere cespugli appartenenti a specie baccifere, che si carichino di drupe in tarda estate e fino a tutto l’inverno. Gli uccelli che si preparano per la migrazione e gli svernanti ne faranno scopracciate!

Prima di elencare le specie consigliate per allestire una siepe, diamo qui alcuni suggerimenti generali:

  1. Create punti in cui la densità della siepe e maggiore e altri in cui è minore, variando così l’irradiazione solare e l’umidità
  2. Scegliere l’autunno per potare i cespugli della siepe
  3. Non tagliare mai rami carichi di bacche


ALBERI

Anche se si ha un giardino piccolo o un terrazzo, non bisognerebbe mai rinunciare a piantare almeno un albero. L’albero dà ombra trattenendo una parte dell’umidità circostante e viene usato come posatoio e punto di osservazione dagli uccelli. È curioso notare come l’albero sia per molti uccelli la porta di entrata e uscita del giardino: appena arrivati vi si posano, prima di ripartire vi tornano.

Alcuni animali come i picchi, le balie o gli strigiformi poi, non frequentano un giardino se non vi è almeno un albero su cui posarsi: l’albero è quindi un altro ingrediente fondamentale del birdgarden. Se si riuscisse poi a creare poi un piccolo boschetto – nel caso dei giardini più grandi – non sarà difficile che qualche specie la scelga per nidificare.

Si tenga anche presente che gli uccelli hanno bisogno in inverno di rifugiarsi e dormire sulle piante sempreverdi: non sarebbe una cattiva idea quindi prevedere la messa a dimora nel proprio giardino di una pianta che trattenga le foglie anche in inverno. Per le zone mediterranee i pini e i cipressi vanno benissimo, ma per la pianura e la zona permontana suggeriamo il tasso (taxus baccata). Gli abeti sono infatti piante di alta montagna e soffrono ad altitudini inferiori, mentre essenze alloctone come thuie, cedri o cipressi d'Arizona non andrebbero messi a dimora nel proprio giardino naturale.

Infine vi è da considerare gli alberi da frutta: i frutti di molti alberi (gelso, fico, melo, kaki, sorbo) sono una fonte di alimentazione ben più copiosa delle bacche dei cespugli: durante l'inverno un buon albero di kaki o un sorbo degli uccellatori può popolarsi per alcuni giorni di storni, merli, tordi e degli splendidi e misteriosi beccofrusoni..


RAMPICANTI

Altro componente importante di un giardino sono i rampicanti. Se si ha una parete della casa disponibile o qualche muro o una recinzione non particolarmente bella alla vista, non vi è niente di meglio che lasciarvi crescere una pianta rampicante, magari aiutandola con supporti nei primi anni per indirizzarne la crescita là dove si vuole che si sviluppi.

I rampicanti non sono solo spesso delle essenze baccifere particolarmente amate dagli insetti, ma sono un luogo privilegiato per la nidificazione di animali come il merlo, il pigliamosche, lo scricciolo o il pettirosso.

Per favorirne la nidificazione si puó procedere in questa maniera: prima di mettere a dimora il rampicante si attrezza la parete o il muro con una griglia di filo metallico tenuta distante dal muro da alcuni distanziatori in legno di circa 4-5 cm.

Il rampicante userà il filo metallico per svilupparsi e in 2-3 anni ricoprirà la struttura metallica. Ma l’intercapedine creatasi fra il muro e la rete verrà utilizzata come rifugio per molti insetti, mentre i distanziatori potrebbero diventare i supporti per i nidi di qualche uccellino.


Le libellule frequentano gli stagni, soprattutto se privi di pesci / © Andrea Trepte - wikicommons
Le libellule frequentano gli stagni, soprattutto se privi di pesci / © Andrea Trepte - wikicommons

ORTO E GIARDINO

Perchè non usare il proprio giardino anche per produrre frutta e verdura per il fabbisogno domestico? A meno che non si disponga di grossi spazi, non si potrà certo diventare indipendenti, ma integrare i pasti quotidiani con prodotti assolutamente naturali del proprio orto, è certo una buona idea.

Se gli alberi da frutta sono una grande attrazione per gli insetti e gli uccelli, anche l’orto, diventando un nuovo elemento di varietà, assume una funzione di richiamo.

La terra soffice, smossa e scoperta intorno ai pomodori, zucchine, prezzemolo e lattuga attraerà sicuramente il merlo, le sylvie e i luì; mettere a dimora poi essenze officinali come la lavanda (Lavanda angustifolia), il rosmarino (Rosmarinus officinalis), il timo (Thymus vulgaris), la menta (Mentha x piperita), la salvia (Salvia sclarea), l’origano (Origanum vulgare), il basilico (Ocimum basilicum), la maggiorana (Majorana hortensis), la pimpinella (Sanguisorba minor) trasformerà l’orto in un’attrazione per api, bombi e farfalle. Ma non solo: i forti odori di queste erbe sono anche degli ottimi repellenti per parassiti e insetti nocivi; una ragione in piú per seminare le erbe aromatiche vicino alle piante dell'orto e a piacere nel proprio giardino.

Forse per rispettare lo stile informale di un birdgarden è più opportuno sistemare le piante dell’orto qui e là, inframmezzate da fiori, magari sul lato sud della casa, invece di creare uno spazio apposito separato dal giardino. Lo stesso vale per le piante da frutto, che possono essere messe a dimora in un’area prativa a sé stante, ma anche inserite nella siepe.

PRATO FIORITO

A volte si crede semplificando che per aiutare la natura bisogna piantare alberi e ridare spazio ai boschi. Niente di più falso! La biodiversità ha bisogno di biotopi differenti, varietà di ambienti con strutture vegetazionali differenti.

Il prato è una di queste strutture, tutt’altro che banale o poco importante. Esistono però differenti tipi di prato: in un birdgarden bisognerebbe ricrearne almeno due. Il primo è il più semplice, il prato tradizionale dall’erba rasa (se non si ha una pecora a disposizione ci si può accontentare di un tagliaerba). Molti uccelli insettivori – primo il merlo – vi ringrazieranno per questo ambiente così propizio per la cattura dei lombrichi.

Il secondo prato è invece il prato selvatico, dove si lasceranno crescere le specie selvatiche, ormai ridotte al limite dell’estinzione dagli erbicidi industriali. Le erbe selvatiche sono importantissime per gli insetti, essendo per esempio indispensabili per la riproduzione di numerose farfalle, in più in estate inoltrata si caricano di semi. È quello il momento in cui si avvicinano cardellini, verzellini, fringuelli e verdoni. Ecco alcuni consigli:

  • Prima di seminare, lasciar crescere l'erba un anno per vedere quali specie fioristiche sono naturalmente presenti
  • Piuttosto che comprare miscugli di semi nei negozi, è consigliabile fare un giro nei campi durante l’estate e raccogliere i semi delle essenze desiderate direttamente dal fiore ormai appassiti.
  • Se si vogliono seminare fiori e bulbi, scegliere l'autunno, meglio il mese di settembre: molte piante amano passare l'inverno nel terreno e in primavera saranno più forti per combattere la competizione con le altre specie del prato.
  • Prima di seminare, rendere povero il terreno raschiando la cappa superficiale di humus: i fiori di campo attaccano meglio sui terreni poveri, dove la concorrenza con le altre graminacee è meno forte.
  • In inverno si può raccogliere anche un po' di terra da un campo incolto da mischiare con quella del proprio giardino: insieme ai microrganismi si "importano" così anche molti semi di piante e fiori spontanei che aspettano solo di germogliare.
  • Durante la primavera e l'estate bisogna comunque estirpare le erbe dominanti per dare più energia alle specie desiderate.
  • Creare un sentierino di beole che vi permetta di camminare per il prato senza calpestarlo permette di unire l’utile al dilettevole: le lucertole useranno le pietre per scaldarsi, mentre i fiori non verranno rotti o piegati dal calpestio continuo.
  • Mietete il prato alzando la lama del tosaerba di alcuni centimetri (mai tagliare l'erba al di sotto di 8 cm): una parte del prato può essere tagliata in primavera e lasciata svilupparsi in estate (il prato estivo in cui cresceranno acetosella, millefoglie, centaurea..), mentre un’altra parte va lasciata svilupparsi in primavera e può essere tagliata in estate (il prato primaverile con primule, tarassaco, margheritine).
  • Create una vera e propria bordura di fiori al bordo del prato, laddove inizia la siepe o qualche struttura. Questa bordura va tenuta bassa e relativamente rada, in modo che entri il sole. Non vanno però rimossi i fiori una volta sfioriti, perchè il seme sarà appetibile solo in autunno per gli uccelli.
  • Aggiungete nella bordura qualche seme di cereali, le spighe sono belle e verranno apprezzate da passeri, fringuelli e verdoni.

STAGNO

Se si desidera attrarre in breve tempo molti animali di molte specie nel proprio giardino, bisogna pensare a creare anche uno specchio d’acqua al suo interno: l’acqua e l’umidità sono un importantissimo magnete per la vita e in pochi mesi nei pressi della propria zona umida verranno le libellule a depositare le uova, gli uccelli a bagnarsi, i ricci a bere e pipistrelli e rondini ad alimentarsi di insetti. Con un po’ di fortuna appariranno col tempo anche salamandre, tritoni, rane e rospi.

Considerando poi che l’uomo nel corso della sua esistenza come specie ha portato avanti sistematicamente progetti di distruzione delle zone umide, regalare alla natura di casa un piccolo stagno, è uno dei nostri compiti principali.

Per le dimensioni e la maniera di riportare l’acqua nel proprio giardino, bisognerà valutare innanzitutto quanto spazio ed energia vi si voglia dedicare. La soluzione più immediata è di mettere in giardino una tinozza con la parte esterna in legno o un abbeveratoio in pietra: non è l’ideale, ma con poco sforzo si può fornire acqua agli uccelli. Nel caso della tinozza bisogna mettere sul fondo una decina di cm di sabbia e ghiaia, aggiungere qualche pietra e infine mettere a dimora le piante acquatiche.

Nel caso invece si decida di creare uno stagno si hanno tre opzioni: o si utilizza una gettata di cemento per impermeabilizzare il corpo d’acqua, o si acquista in un garden centre una o più vasche di fibra di vetro costruite all’uopo, oppure si riveste il fondo dello stagno con un telo di plastica (meglio la gomma butilica). In quest’ultimo caso - che è anche la scelta più economica – bisogna stare molto attenti che il foglio di plastica sia disposto su terriccio setacciato, morbido e senza parti taglienti. Quando vi si aggiungerà l’acqua la plastica dovrà sostenere parecchie centinaia di chili e qualsiasi sporgenza della terra sottostante rischierà di bucare il telo rendendo vano l’intero lavoro. Una buona idea potrebbe anche essere quella di disporre fra suolo e terra un abbondante strato di giornali umidi, a guisa di cuscinetto..

Una volta che si è scelto come realizzare l’impermeabilizzazione bisogna posizionare e dare una sagoma allo stagno. Le piante acquatiche hanno bisogno di sole, quindi lo stagno deve essere posto in piena luce. La profondità massima dovrebbe poi aggirarsi intorno agli 80 cm per evitare che geli in inverno, ma molto più importante è prevedere margini degradanti, in modo che le diverse profondità di acqua siano rappresentate (con le loro diverse nicchie per anfibi, larve, piante). Ai bordi una zona di 30-20 cm è fondamentale per molte specie, ma affinché gli uccelli che si recano per abbeverarsi e bagnarsi non affoghino vale la pena creare un margine di acqua di pochi centimetri su tutti i lati, dove posizionare pietre o altri posatoi.

La forma dello stagno dovrebbe essere il più irregolare possibile per simulare la sua naturalità. Sul fondo, appena sopra il telo di plastica, bisogna aggiungere uno strato di terra di circa 15-20 cm: dove si vogliono far crescere più piante lo strato di terra deve essere maggiore. La terra può essere un miscuglio di ghiaia, sabbia, concime bovino e terriccio.

Una volta sistemato il fondo, si inizia ad aggiungere acqua, lasciandola decantare per alcuni giorni. Quindi bisogna ricoprire con delle pietre i bordi del telo di gomma che avranno la tendenza a sporgere ai lati. Solo a questo punto si può cominciare a mettere a dimora le piantine, le più preziose magari in vaso, quelle sommerse semplicemente ancorandole con una pietra al fondo perché attecchiscano.

Prima di passare alle specie palustri più importanti ricordiamo alcuni principi importanti:

  1. Se si vogliono ospitare salamandre, rane e tritoni nello stagno è meglio rinunciare ai pesci, che ne sono grandi predatori. In uno stagno di piccole dimensioni è difficile infatti che si crei un equilibrio prede/predatori. Se si decide invece per i pesci, si deve rinunciare a molti anfibi, libellule e crostacei, ma si avrà la possibilità di attirare il martin pescatore e forse qualche airone.
  2. Anfibi da immettere nello stagno non vanno mai prelevati in natura, ma da altri stagni privati, mentre per le piante è preferibile acquistarle nei garden centre.
  3. Dopo un anno lo stagno tenderà a chiudersi con la vegetazione. Sarà necessario controllare e diradare le piante. Anche le foglie morte vanno eliminate il più possibile per evitare l’aumento di materia organica e lo sviluppo eccessivo di microrganismi.
  4. Non liberare nello stagno assolutamente tartarughe appartenenti a specie alloctone.



Nido di cesene in un albero dentro un birdgarden / © Andreas Trepte - wikicommons
Nido di cesene in un albero dentro un birdgarden / © Andreas Trepte - wikicommons

GIARDINO ROCCIOSO O MURETTI A SECCO

Un altro splendido biotopo che si può creare nel giardino e che sarà apprezzato tanto dagli insetti, quanto da uccelli e rettili (gechi e lucertole) è il giardino roccioso.

Un giardino roccioso ovviamente non può venire creato sul nulla: il rischio che le pietre stonino coi tratti verdi e bucolici del resto dell’ambiente è alto. Bisogna quindi progettarlo con cura.

Dal punto di vista naturale l’esigenza fondamentale di un giardino roccioso è la sua prolungata esposizione al sole, dal punto di vista invece del paesaggio questo microambiente – soprattutto se posto in un giardino naturalmente privo di pietre – andrebbe realizzato utilizzando terrazzamenti, pareti della casa o creando un muretto a secco. Diciamo che bisogna “giustificare” paesaggisticamente il perché di una zona di pietre.

Se il giardino ha quindi un’accentuata pendenza si può creare un terrazzamento, tagliando una fetta di prato e arginandolo con un muretto a secco. Su questo si piantano le piante desiderate.

In un secondo caso si può invece decidere di costruire un vero e proprio muretto a secco, magari sul confine della proprietà o a dividere due parti del giardino. Se possibile, nella scelta dei sassi, è meglio utilizzare pietre rinvenute nei dintorni, in modo che l’opera non stoni con il contesto ambientale.

Infine, in caso non si abbia abbastanza spazio o pietre, si può semplicemente creare un’aiuola rialzata appoggiata ad un muro ben soleggiato della casa e trasformarla in giardino roccioso.

In questo ultimo caso si tratta di progettare un terrapieno di un metro di altezza che si appoggia per un lato al muro della casa e dall’altro è contenuto dalle pietre, come appunto in un muretto a secco. È importante che la struttura verticale sia stabile, ma che allo stesso tempo rimangano numerose intercapedini fra le pietre, in alcune delle quali si aggiungerà terra per poi mettere a dimora le piante scelte.

Quando la struttura di contenimento è terminata si riempie lo spazio interno di terra (per intenderci: fra il muro di casa e il muretto a secco) fino agli ultimi 30 cm. Questi vanno riempiti con circa 15 cm di pietrisco per il drenaggio, su cui vengono stesi 10 cm di terra e infine 5 cm di sabbia, pietrisco e torba. Questa è l’aiuola finale su cui si potranno disporre a piacimento ulteriori pietre decorative e le piante.

Gli insetti e i rettili che sceglieranno di vivere in questa zona rocciosa si alimenteranno sull’aiuola, ma cercheranno rifugio nelle varie nicchie create fra le pietre di contenimento del muretto.

CREARE NICCHIE O TORRI RONDONAIE

Uccelli, mammiferi, insetti, rettili e anfibi cercano durante tutto l’anno, ma soprattutto con l’arrivo dell’inverno, una nicchia sicura dove ripararsi. Per questa ragione è consigliabile creare nel proprio giardino naturale degli spazi più “disordinati” dove offrire agli animali un posticino sicuro per l’inverno, per la nidificazione o anche solo per nascondersi durante la nostra presenza nel giardino.

Una semplice catasta di legna per esempio diventa un rifugio per rospi, ricci, farfalle svernanti, chiocciole o addirittura faine. È uno dei luoghi poi che ama frequentare lo scricciolo.

Creare un compost non significa solo disfarsi ecologicamente degli avanzi organici della casa, ma anche alimentare ogni primavera la propria terra con concime fertilissimo e nel frattempo creare uno spazio dove andranno a curiosare con piacere ricci e uccelli in cerca di insetti. Bisogna ricordare che il compost va prodotto in grandi contenitori di legno a forma di cassettone con abbondante aereazione sui lati e sulla superficie. Il fondo è a contatto con il suolo e oltre agli scarti vegetali di casa e a quelli del giardino, si dovrebbe cercare di aggiungere un po’ di letame animale per apportare azoto al processo di decomposizione.

Ove possibile, nella casa o su altri ruderi creare nicchie nelle pareti, in soffitta, sotto al tetto, per permettere la nidificazione degli uccelli. Ovviamente se la casa non lo permette è un’ottima soluzione installare cassette nido sull’edificio o sulle piante del giardino.

Per chi ne abbia la possibilità suggeriamo infine la realizzazione di una “torre rondonaia”.
In Germania si sta diffondendo la pratica di riadattare vecchie torrette che fungevano da centraline elettriche, trasformandole in “torri per gli uccelli”: su tutte le pareti vengono create apposta nicchie di differenti grandezze per invitare alla nidificazione cince, codirossi, passeri, rondoni, pipistrelli, gheppi, barbagianni, balestrucci e ballerine bianche. I risultati sono invitanti!

Queste torri di circa 6-7 metri di altezza possono venir costruite ex novo o anche create sopra una rimessa o un ripostiglio esterno. I costi sono ovviamente elevati (un minimo di 15.000 euro per una torretta nuova), si tenga però presente che in passato torrette rondonaie o passeraie venivano costruite in tutta la pianura padana e fino in Toscana sui tetti delle case. Chi ne avesse la possibilità, riporterebbe in voga un segmento dimenticato della tradizione contadina italiana...

IN TERRAZZO

Anche in un terrazzo si può costruire un birdgarden e invitare così molta avifauna, oltre a farfalle e altri graziosi insetti. L’unica accortezza che bisogna tenere sta nella scelta delle piante e nella loro ubicazione. In generale gli elementi di un birdgarden pensile sono gli stessi di un vero giardino naturale: alberi, arbusti, rampicanti, acqua, una mangiatoia e una cassetta nido.

Le piante ovviamente vanno messe in vaso e per evitare problemi di peso eccessivo è consigliabile utilizzare vasi di plastica, sebbene in estate si riscaldino al sole, richiedendo una maggiore innaffiatura. L’acquisto di un impianto di irrigazione automatica è fondamentale quindi per distribuire giornalmente il prezioso liquido da maggio ad agosto.

Se avete una parete scoperta utilizzatela per farvi arrampicare un rampicante, magari aiutandolo all’inizio fissando alla parete un graticciato dove possa arrampicarsi. Il caprifoglio sarà facile da tenere sotto controllo, ma creerà facilmente una massa di rami secchi che occuperanno spazio. La vitalba è ottima, ma avrà bisogno di molto sole. Una vite, posta al sole o in un vaso di medie dimensioni potrá darvi anche grappoli oltre alla verde copertura, mentre l’edera e la parthenocissus tricuspidata sarebbero ottime, ma difficili da controllare in piccoli spazi (inoltre le ventose rischiano di rovinare l’intonaco). Il glicine darà ottime fioriture, ma ha bisogno di umidità e terra relativamente abbondante.

Per dare più colore al terrazzo si utilizzino in abbondanza le piante aromatiche, dalle fioriture prolungate: lavanda, salvia, timo, maggiorana e rosmarino. Fiori naturali possono essere le pervinche, primule e le piante grasse dei muretti a secco.

Per i cespugli si scelgano sanguinella, corniolo, corbezzolo, bosso, lillà, viburno, ginestra. Se non si ha paura delle spine anche il biancospino, la rosa canina e la pyracantha sono benvenuti. Non si rinunci poi ad almeno un albero: per metterlo a dimora ci si procuri un vaso grande di almeno 45 cm di profondità. Una delle specie che darà maggiori soddisfazioni sarà il gelso: robusto e resistente al gelo e alla siccità, darà bacche estremamente appetite in estate e un fogliame fresco per molti mesi. Non sarà difficile che merli e codirossi portino ogni primavera i loro piccoli a svezzarsi con le bacche di questa pianta. In alternativa si può pensare a un olivo, ciliegio o melo selvatico.

Non ci si preoccupi d'altronde troppo per le dimensioni dell’albero. Essendo in vaso, questo fermerà automaticamente il suo sviluppo quando le radici avranno occupato tutto lo spazio disponibile.

Il pavimento del terrazzo ovviamente dovrà essere ben isolato per evitare infiltrazioni d’acqua ed è auspicabile che la superficie sia liscia (piastrelle) per evitare depositi di materiale organico che potrebbero invitare le radici ad espandersi da sotto il vaso incunenadosi negli interstizi in cerca di altro nutrimento.

Non si mettano mai due cespugli in uno stesso vaso per evitare che il più forte sopraffagga e uccida il più debole.

Infine si creino delle strutture apposite per gli animali: cassette nido sui lati meno frequentati del terrazzo (mai sul lato sud o con prolungata esposizione ai raggi solari), una mangiatoia e infine un abbeveratoio (un sottovaso o una ciotola di marmo) in cui si avrà cura di cambiare spesso l’acqua e di fornire un comodo posatoio perché gli uccelli possano bere e bagnarsi.

UN GIARDINO SENZA VELENI

Ovviamente nel nostro giardino naturale non vi sarà spazio per i veleni. Queste sostanze non sono solo tossiche per funghi, insetti o erbe non desiderate, ma anche per i ricci, le lucertole, gli uccelli ed in particolare le rane. Bisognerà quindi ricorrere a rimedi naturali.

Fortunatamente un "giardino secondo natura" sarà già di per sé meno sottoposto agli attacchi dei parassiti di un giardino privo di animali selvatici e con piante esotiche o coltivate ad arte (i "cultivar" dagli splendidi fiori sono sempre più deboli delle specie naturali).

Secondo poi un simpatico studio realizzato analizzando giardini urbani e siepi, una comunità ornitica media consuma 435 kg di insetti in 3 mesi: una sola coppia di cinciallegre riporta al nido 180 bruchi o una quantità corrispondente di altri insetti ogni giorno. A questi si aggiungono i pasti a base di insetti che consumano il riccio, rane, rospi, lucertole, gechi, senza dimenticare i toporagni.

Fra gli insetti predatori di insetti parassitanti vi sono poi da menzionare la coccinella (ghiotta di afidi), i sirfidi (anche essi consumano gli afidi: per attrarli in giradino si semini il prezzemolo), le forbicine (ottimo consumatore di afidi) e la crisope (quest'ultima punta invece ad afidi e cocciniglie).

Nel caso che si verifichino quindi degli attacchi di insetti parassitanti alle piante, la prima soluzione è lasciar fare al tempo e alla natura. Nella stragrande maggioranza dei casi non si tratta di nulla di grave. Se invece la pianta o le piante danno segni di grave e ripetuto malessere, daremo qui di seguito alcuni consigli su come intervenire:

  • Rimuovere a mano i punti infestati dai parassiti (chiome, cime, rami) e bruciarli per evitare che si propaghino.
  • Se le limacce sono troppo numerose e non fanno crescere nulla nell'orto, chiedete aiuto al riccio. Se il riccio non è disponibile, fate incursioni notturne raccogliendole e trasportandole altrove. Se siete disperati, mettete una bacinella bassa piena di birra: la birra attrae le lumache che vi ci si tuffano e muoiono annegate nel liquido giallo (metodo tedesco ovviamente).
  • Contro afidi e ragnetto rosso mettere a macerare l'ortica (1 kg di ortica dentro 10 litri di acqua in recipiente non metallico). Lasciate il liquido al sole per almeno 2 giorni e poi spruzzate la miscela maleodorante sulle piante infestate di afidi.
  • Il tanaceto (Tanacetum vulgare) può venire usato contro gli acari delle piante, afidi e formiche. Bisogna versare acqua bollente sopra 500 grammi di tanaceto con fiori e tutto, lasciando riposare per 24 ore. Poi spruzzare l'infuso sulle piante infestate.
  • Per evitare attacchi di parassiti è consigliabile non creare mai "monoculture" nell'orto o frutteto, bensì alternare sempre piante di specie differenti. Ad esempio: cetriolo-fagiolo-cipolla-porro, oppure cavolo-pomodoro-aglio-fagiolo.... Nella stessa zona dell'orto fare rotare le specie, in modo che le larve che eventualmente si sono schiuse nel terreno, non ritrovino la stessa pianta ospite.
  • Muovere e dissodare il terreno durante un'infestazione in modo da portare alla luce uova e larve non schiuse. Gli uccelli e gli altri insetti le mangeranno...
  • Nei casi più disperati si può ricorrere a insetticidi, ma si scelgano prodotti a bassa tossicità, biologicamente degradabili e specifici per una categoria, quindi selettivi e non quelli ad ampio spettro che sono molto più velenosi.