Quaderni di birdwatching Anno III - vol. 6 - novembre 2001

Articolo originale
Titolo
di Marco Mastrorilli

        LE OCCASIONI DI RITROVARE PENNE di uccelli durante le nostre uscite in campagna sono innumerevoli. Molto spesso si trovano penne singole, perse da un individuo in muta; altrettanto di frequente capita di imbattersi nel cadavere di un uccello morto, per cause naturali o meno. Uno degli esempi più frequenti di causa non naturale di mortalità e quella dovuta al traffico stradale: ogni anno, un gran numero di esemplari, non solo di uccelli, viene investito e ucciso dalle automobili. Ne parliamo in un altro articolo di questo stesso numero.

        Risalire da una penna all'uccello che l'ha persa può essere particolarmente difficile, specie quando la carcassa si presenta in cattivo stato di conservazione o quando i predatori hanno smembrato le spoglie rendendole irriconoscibili; ma anche in questi casi la penna è spesso l'elemento migliore per l'identificazione. Con questo articolo, intendiamo fornire una chiave al riconoscimento delle penne di alcune tra le più comuni vittime stradali, tentando di chiarire i potenziali equivoci tra specie simili, articolo che segue quello riguardante la descrizione delle borre apparsa sul precedente numero di QB, un altro contributo alla scoperta delle tracce.

        Dopo i primi rilievi, è necessaria una selezione delle penne migliori, raccogliendone almeno un paio per tipologia principale:

  • timoniere (preferibilmente la più esterna e la più interna, che denotano spesso differenze sia nei colori quanto nelle forme),
  • remiganti (una primaria ed una secondaria; la primaria preferibilmente compresa tra P1 e P9, visto che la P10 è spesso "anomala" per forme e colore rispetto alle altre),
  • copritrici,
  • scapolari,
  • petto.

        Ogni singola penna può aiutarci nel riconoscimento. Purtroppo i libri di testo capaci di condurci a determinazioni certe sono pochi e nessuno copre in modo esaustivo i piumaggi degli uccelli italiani.

        Prima di tentare l'identificazione, bisogna per prima cosa valutare alcuni parametri fondamentali:

  • dimensioni (utile il confronto con penne di altri uccelli e la misurazione con un calibro),
  • forma,
  • colori e disegni,
  • ambiente,
  • stagione.

        E' evidente che in diversi casi vi possono essere altri parametri discriminanti (specie per la determinazione del sesso o dell'età), ma in questo articolo si analizzeranno solo alcune penne e la loro utilità generale alla determinazione.

        Durante la raccolta, è molto importante identificare e mantenere distinte le varie tipologie di penne: è consigliabile l'uso di singole buste (meglio di carta) per ogni elemento raccolto, alle quali applicare un'etichetta identificativa. Le buste di polietilene sono da evitare, in quanto l'umidità che può condensare all’interno danneggia il piumaggio.

        Per osservare nella maniera migliore le penne, è consigliabile disporle su di uno sfondo; l'uso di un cartoncino (nero o color ocra come quello delle foto) aiuta a distinguere i contorni, migliorando la saturazione cromatica del vessillo.

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Spaccato del piumaggio di un Martin pescatore
disegno Cristina Spiegel
Struttura di una penna
disegno Micol Sangiovanni

        Gli Strigiformi sono frequenti vittime del traffico per le abitudini crepuscolari o notturne. Sulle penne copritrici e dorsali degli Strigiformi è presente un piumino, anche abbondante, tra il calamo ed il vessillo; oltre alla presenza di questi piumaggi lassi e morbidi sulle primarie più esterne si distingue un singolare pettine (sfrangiatura) capace di attenuare l'attrito rendendo silente il volo dei rapaci notturni.


Asio otus
Sfrangiatura di una primaria di Asio otus

 Civetta Athene noctua

Remiganti (in alto) e timoniera di Civetta
Confronto tra remiganti di Civetta capogrosso (in alto) e di Civetta
        Le remiganti di Civetta presentano degli ocelli bianchi disposti regolarmente su un fondo bruno/oliva. E’ importante rilevare se si tratta di un individuo giovane, considerato che per questo Strigide è stato accertato un notevole tasso di mortalità in estate, subito dopo l'involo (Hernandez 1988, Clec'h 2001, Galeotti et al. 2001).

        Sino ad inverno inoltrato, le giovani Civette conservano sulla testa un piumaggio meno folto e caratterizzato da macchie color bianco/crema, non molto evidenti. Inoltre, i giovani presentano una piccola macchia bianca (su entrambe le lamine) sull'apice delle primarie più esterne, che appaiono più appuntite se confrontate a quelle degli adulti.

        La Civetta capogrosso Aegolius funereus presenta delle penne davvero simili nel disegno ma con tonalità più rossastre, come si vede nella foto. Bisogna tenere presente che, durante lo svernamento, alcune Civette capogrosso scendono sensibilmente di quota e, seppure raramente, si può avere una sovrapposizione di areali.

 Barbagianni Tyto alba

Remiganti primaria e secondaria (in alto), copritrice (in basso a sx) e timoniera (a dx) di Barbagianni
        Il Barbagianni non presenta un dimorfismo sessuale evidente, anche se le femmine hanno il petto maggiormente punteggiato (Taylor, 1995).

        La colorazione di base è fulvo/dorata. Sulle remiganti, questa tonalità prevale sulla lamina esterna, aumentando di estensione nella parte terminale. L'osservazione della primaria più esterna può aiutarci a stabilire se si tratta di individui giovani: nei giovani questa è leggermente più appuntita rispetto agli adulti.

        In Italia Settentrionale, specialmente sul versante orientale, occasionalmente può essere rinvenuta la sottospecie guttata, nella quale il petto ha piume con un marcato color ruggine sull'apice; inoltre le remiganti presentano un colore più saturo (più ambrato) e minori parti bianche sul vessillo delle primarie.

 Gufo comune Asio otus

Remiganti primaria e secondaria (in alto), timoniera e copritrice (a dx) di Gufo comune
        Questo Strigide viene rinvenuto con frequenza sulle strade del Nord Italia, con picchi durante la stagione invernale, quando vi è lo svernamento di soggetti dell'Europa continentale.

        La colorazione di fondo fulvo/dorata mostra, sulle remiganti, barrature più marcate ed estese rispetto a quelle del Barbagianni.

        Esiste una grande variabilità individuale e quindi il criterio di determinare il sesso in base al piumaggio più pallido dei maschi può indurre ad errori, perché si possono trovare anche maschi più scuri. Per determinare il sesso, è più affidabile la verifica della lamina interna delle secondarie: nelle femmine è color camoscio, mentre nei maschi ha tonalità color panna.

        La distinzione tra giovani ed adulti è facilitata se si presta attenzione alle secondarie: nei giovani le barrature sul vessillo esterno sono più numerose e ravvicinate (nel giovane se ne contano anche 7-8, mentre negli adulti si limitano a 5-6).

        Nella fotografia a fianco si possono osservare le remiganti di un soggetto che presentava una parte chiara del vessillo poco estesa; tuttavia esistono individui nei quali questa parte è molto più estesa, fino a diventare simile a quella del Gufo di palude. In questi casi il carattere per separare le due specie si evince dal numero delle barrature delle primarie, che in Asio flammeus è sempre inferiore.

 Gufo di palude Asio flammeus

Primaria di Gufo di palude
disegno di Emanuela Valvo
Copritrici di Gufo di palude

        Il Gufo di palude è presente l'Italia durante le migrazioni e lo svernamento, pertanto il suo ritrovamento, seppur possibile, non è comune. La somiglianza con il Gufo comune può indurre errate determinazioni. Recenti studi evidenziano comunque una vulnerabilità alla mortalità stradale (Mastrorilli & Festari, 2001). Un carattere di distinzione può consistere nei piccoli ciuffetti auricolari, poco visibili e più corti rispetto al Gufo comune. Sul disco facciale è presente una sorta di mascherina nera, caratterizzata da piccoli piumini neri e lucidi di dimensioni inferiori ai 2 cm e leggermente ricurvi. In alcuni individui l'estensione della mascherina può essere notevole.

        Differenze significative si notano nelle copritrici, che nel Gufo di palude presentano disegni più circolari, con ocelli color ocra distribuiti in prevalenza nella base del vessillo.

 Assiolo Otus scops

Primaria, secondaria e copritrice di Assiolo
        Le dimensioni di questo piccolo rapace ne agevolano il riconoscimento, tuttavia similitudini con la Civetta possono creare equivoci.

        Sul capo dell’Assiolo sono presenti piccoli ciuffetti auricolari, assenti nella Civetta. Le remiganti dell'Assiolo, rispetto a quelle della Civetta, sono più affusolate, con una lamina interna meno pronunciata.

        Come nell'Allocco, troviamo una variabilità di colore legata ad un polimorfismo, fenomeno che e stato recentemente studiato in Italia su collezioni museali (Sacchi et al., 1999). Queste ricerche hanno evidenziato una maggior presenza di soggetti "rossicci" nell'Italia Nord Occidentale e centrale, mentre in Sardegna e Toscana sono più diffusi i soggetti con piumaggi intermedi ed al sud quelli "grigi".

        In quei morfismi che sono più simili alla Civetta, gli ocelli presenti sulle penne dell'Assiolo sono meno luminosi e più indefiniti. Inoltre, sulle penne sono visibili delle screziature, una specie di reticolo creato da puntini e piccole righe irregolari.


 Allocco Strix aluco

Primaria (in basso), timoniera (in alto) e copritrice (a sx) di Allocco
        La colorazione del piumaggio di questo Strigiforme è assai variabile ed un recente studio italiano (Galeotti & Cesaris 1996) ha permesso di verificare una prevalenza dei soggetti con il piumaggio di color rosso-mattone ("morfo rosso") o grigio-bruno ("morfo grigio"), mentre una minoranza ha una colorazione intermedia, bruno-castana ("morfo intermedio"). Dai dati pubblicati, su un campione Italiano di 379 uccelli di collezioni museali, gli individui "grigi" (55, 6%) prevalgono su quelli "rossi" (38, 6%); inferiori al 6% i soggetti intermedi.

        Nell'immagine vengono presentati alcuni elementi del piumaggio di un soggetto del "morfo rosso" ed in particolare: una timoniera, una copritrice (caratteristico l'ocello chiaro molto evidente) e una primaria (P10), che ha un aspetto diverso rispetto alle altre remiganti. Nella maggior parte degli uccelli, infatti, la P10 presenta dimensioni e colorazione differenti; nel caso dell'Allocco sono assenti le barrature lungo tutta la penna, che sono tipiche di questa specie e prevale una colorazione bruno/scura.


 Gufo reale Bubo bubo

Secondaria di Gufo reale (in alto) e primaria di Barbagianni a confronto Piume del petto di Gufo reale

Remiganti di Fagiano (in alto) e Tarabuso
        La colorazione criptica di questa specie ha una tonalità di fondo color rame screziata di nero/brunastro.

        Le grandi dimensioni non lasciano dubbi sull'identificazione; per rendersene conto basta guardare la figura: una primaria di Barbagianni è più piccola della secondaria di un Gufo reale. Le piume del petto possono superare i dieci centimetri di lunghezza, più lunghe delle timoniere di un Assiolo!

        Al massimo, si può avere una somiglianza con il piumaggio del Tarabuso, che tuttavia ha penne più piccole e poche probabilità di trovarsi nello stesso areale. In ogni caso, come si può vedere, una secondaria di Tarabuso mostra un disegno diverso: la colorazione di fondo è simile ma le bande orizzontali sono più fitte e ondulate.

 Succiacapre Caprimulgus europeaus

Primarie (in alto) e timoniere di Succiacapre femmina, priva delle caratteristiche macche bianche
        Il Succiacapre è dotato di un piumaggio criptico che si adatta perfettamente all’ambiente dove vive: i terreni incolti. Le femmine hanno un piumaggio più fulvo rispetto al maschio.

        Nelle primarie e nelle timoniere del maschio si evidenziano delle bande di color bianco sulle lamine e nella parte apicale: questo permette una facile determinazione del sesso.


 Gallinella d’acqua Gallinula chloropus

Piumaggio del fianco (in alto), del sottocoda (in basso) e timoniera (a dx) di Gallinella d'acqua
        Tra i Rallidi, la Gallinella è una delle vittime più frequenti. Colonizzatrice di aree antropizzate e corpi idrici anche degradati, la Gallinella viene investita spesso nelle parti centrali e marginali della carreggiata e questo porta a ritrovamenti di soggetti molto deteriorati.

        Presenta un piumaggio abbondante e voluminoso; la colorazione dorsale assume tonalità bruno/oliva, mentre il petto e le parti inferiori ha colore grigio/lavagna. Anche le penne del fianco possono aiutarci nella determinazione della specie, con una tonalità di base bianca con macchie apicali brunastre, che sono uniche tra i Rallidi. La placca frontale rimane ben visibile anche dopo gli impatti e consente la facile discriminazione dello stadio giovanile.


 Porciglione Rallus acquaticus

Secondarie, copritrici e penne del fianco di Porciglione
        Il becco facilita l'identificazione, ma anche il piumaggio offre caratteri distinti dagli altri Rallidi.

        Le piccole dimensioni generali si deducono anche dalla lunghezza delle timoniere, compresa tra 47 e 56 mm., contro i 67 mm della timoniera più corta della Gallinella.

        Il colore del dorso è lievemente striato, mentre il petto è simile alla Gallinella, con leggere sfumature blu. Le penne dei fianchi hanno 3 minuscole bande trasversali bianche su un fondo con tonalità castano.


 Airone rosso, Tarabusino (juv.) e Nitticora (juv.)

Copritrici di Ardeidi: dall'alto verso il basso Nitticora (Juv), Tarabusino (Juv) e Airone rosso
        La base cromatica delle copritrici di Airone rosso è bruno-rossiccia, con una colorazione nerastra sui due margini esterni; al contrario, mentre nel giovane Tarabusino la base è bruno/nerastra con bordi seghettati di color rosso/granata che possono arrivare al rachide della copritrice. Confrontare anche le copritrici del Porciglione può evitare errori.

        Sulle remiganti e sulle copritrici del giovane di Nitticora, è presente un ocello irregolare color crema, di dimensioni variabili, all'apice della lamina esterna e solo in minima parte su quello della interna.


 Le penne timoniere

        Le differenze nelle forme e nella colorazione delle timoniere, tra le diverse specie di non-Passeriformi, possono essere molto grandi. La loro misurazione permette di stabilire alcune classi dimensionali, riassunte nella tabella seguente.

La lunghezza delle timoniere: elemento discriminatorio per alcune specie
(dati desunti da Brown et al., 1989)
Dimensioni Specie
< 10 cm Porciglione, Gallinella, Starna, Assiolo, Civetta, Beccaccia
10 - 15 cm Upupa, Pavoncella, Succiacapre, Gheppio1, Lodolaio, Tarabuso, Lodolaio, Gufo di palude, Gufo comune, Barbagianni
16 - 25 cm Sparviere, Poiana, Allocco, Airone cenerino, Gabbiano reale, Pellegrino
> 25 cm Albanella reale, Fagiano2, Nibbio bruno, Gufo reale
1 alcune timoniere del Gheppio superano i 15 cm
2 nel Fagiano alcune timoniere sono molto lunghe sino ad oltre i 50 cm

        Nelle due foto qui sotto sono riunite le timoniere di alcune specie che possono rimanere vittime del traffico stradale; un confronto utile per valutare le forme tipiche, nonché le dimensioni di certi gruppi sistematici (rapaci diurni e notturni, picidi, …).

        Le timoniere della Pavoncella hanno una colorazione di base bianca, con una banda nerastra nella parte sub-terminale. La banda e più estesa nelle timoniere centrali e diminuisce in quelle più esterne.

Dall'alto: timoniere di Allocco, Gheppio (f), Cuculo e Pavoncella
Dall'alto: timoniere di Upupa, Picchio verde, Assiolo e Pettegola
        Il Cuculo ha penne che assomigliano molto a quelle dei rapaci diurni; è opportuno osservare con attenzione la figura, per verificare le differenze tra il Cuculo e la femmina del Gheppio. Nel maschio le timoniere sono nere, mentre nei giovani (e nelle femmine) le bande irregolari hanno colori alternati marroni e neri, con disegni simili a V rovesciate (dal calamo all'apice del vessillo).

        Il Gheppio (femmina) presenta timoniere con barrature color rossiccio ben definite e distribuite sull'intera superficie della penna; meno affusolate rispetto a quelle del Cuculo. Nel maschio del Gheppio prevale una tonalità grigio-cenere. La parte vicino all'apice della timoniera presenta una banda nera trasversale.

        L'Allocco, infine, mostra barrature regolari su un colore di base simile a quello del dorso, tuttavia nelle timoniere centrali le tonalità delle barre sono più sfumate rispetto alle timoniere più esterne.

        Le timoniere dell'Upupa hanno una colorazione di fondo nera, con una banda bianca posta a circa metà del vessillo nella timoniera centrale. La dimensione di questa banda color bianco lucido è variabile e nelle penne più esterne tende a localizzarsi verso l'apice.

        Le timoniere del Picchio verde hanno forma lanceolata e una rigidità che consente ai Picchi di sostenere il corpo quando si muovono sui tronchi. Nelle timoniere centrali, la punta è più allungata, rispetto alle penne disposte all'esterno. Il rachide si presenta molto sviluppato.

        La timoniera di Assiolo è caratterizzata da ocelli simili a quelli di altri Strigiformi, ma di dimensioni ridotte.

        Infine, la timoniera di Pettegola ha una forma allungata e ha una colorazione che tende a sfumare di intensità in direzione delle timoniere più esterne, che sono di un color seppia. Sono presenti 10-11 bande trasversali che si evidenziano sulle lamine esterne ed interne.

 Le penne remiganti (secondarie e primarie)

Primarie di Cuculo (in alto) e Gheppio
Dall'alto: secondarie di Lodolaio (ad.), Gheppio (f), Albanella reale (m) e Sparviere (f)
        Le remiganti sono le penne usate per il volo; esse hanno evoluto caratteristiche che le rendono perfettamente adatte e funzionali per i compiti che devono svolgere. Vi sono molti casi nei quali le remiganti di specie molto diverse tra loro presentano colorazioni simili.

        Le penne del Cuculo (qui raffrontate a quelle di un Gheppio femmina) possono davvero ingannare i meno esperti, infatti i disegni e la forma stessa delle primarie sono simili a quelle di diversi rapaci diurni, mentre a fare la differenza è la colorazione, che permette una corretta determinazione.

        Le secondarie dei Falconidi presentano una curvatura del rachide in prossimità della base del vessillo, che costituisce un carattere per discriminare almeno la famiglia di appartenenza.

        Inoltre, la parte superiore delle lamine esterne risulta sempre più scura rispetto alla lamina interna. I disegni simili non aiutano la determinazione della specie.


Ringraziamenti

La realizzazione di questo articolo e di quello sulla "mortalità stradale" è stata possibile grazie all'aiuto di molte persone. Per i disegni ringrazio: Emanuela Valvo, Micol Sangiovanni e Cristina Spiegel. Un grazie particolare a Lucio Bordignon per avermi trasmesso la passione per le penne e preziosi insegnamenti. Per le notizie, per avermi consentito di fotografare alcune penne, ringrazio: Enrico Bassi, Lara Cattini (C.R.R. LIPU PR), Didier Clec'h, Alessio Di Pietro, Paolo Galeotti, J. Genot, Luciano Festari, Claudio Pavesi, C.R.R. WWF Castelleone (CR), Roberto Sacchi.

Dedico questo articolo ad un'amica, Claerisse, che ha trovato nelle penne una ragione per tornare a sorridere nonostante una situazione personale davvero difficile.

Penne: libri e siti web

In commercio si trovano pochi volumi che possono facilitare il riconoscimento di penne e piumaggi.
Il libro sulle tracce e segni degli uccelli (ed. Muzzio) rimane certamente il testo più interessante in questo senso, perché abbraccia tutti gli ordini sistematici degli uccelli continentali. Gli altri volumi qui segnalati possono comunque essere di grande utilità nella determinazione delle penne delle età e degli stadi giovanili.

  • Tracce e segni degli uccelli d’Europa - 1989, R. Brown, J. Ferguson, M. Lawrence, D. Lees - Ed. Muzzio
  • Moult and ageing of European passerines - L. Jenni, R. Winkler - Academic Press
  • Identification Guide to European Passerines - L. Svensson - BTO
  • Identification Guide to European Non Passerines - K. Baker - BTO Guide 24
  • Criteri di determinazione del sesso e dell'età delle anatre - J.C. Rousselot, B. Trolliet (trad. di P. Magagnoli & M.Zenatello) - Doc. tecnici INFS n°21. 1998
  • Guida al riconoscimento del sesso e dell'età di alcuni rapaci italiani - A. Sorace - Documento interno WWF ITALIA
  • Molto utili per il riconoscimento di alcune specie sono le scansioni di penne che si possono trovare su un pregevole sito olandese di Michel Klemann: Feathers.
    Mentre per conoscere curiosità, caratteristiche e colorazioni dei piumaggi degli uccelli consiglio il mio sito: Il mondo delle penne.

    Bibliografia

  • Baker K. ,1995. Identification Guide to European Non Passerines. BTO Guide 24
  • Boano G., 1997. Mortalità di rapaci notturni causata dal traffico stradale: un'indagine del Gruppo Piemontese Studi Ornitologici. Avocetta 21:87
  • Brown R., Ferguson J., Lawrence M., Lees D., 1989. Tracce e segni degli uccelli d’Europa. Ed. Muzzio
  • Clark R.J., 1975. A field study of the Short-eared Owl, Asio flammeus, in North America. Wildlife Monograph n°47 1-67
  • Clec'h D., 2001. Impact de la circulation routiere sur la Cheveche d'Athena Athene noctua, par l'etude de la localisation de ses sites de reproduction. Alauda 69 (2): 255-260
  • Dinetti M., 1999. Fauna selvatica e strade: più sicurezza per uomo e natura. LIPU, Provincia di Pisa
  • Galeotti P. & Cesaris C., 1996. Rufous and grey colour morphs in the Italian Tawny Owl: geographical and environmental influences. J. Avian Biology 27: 15-20.
  • Hernandez M., 1988. Road mortality of the Little Owl Athene noctua in Spain. J. Raptor Res. 22:81-84
  • Mastrorilli M., Festari L., 2001. Trend demografico ed ecologia del Gufo di palude Asio flammeus nei dati dei centri di recupero rapaci (C.R.R.) in Italia. Avocetta 25: 61
  • Sacchi R., Galeotti P., Tavecchia G., 1999. Factors affecting colour morphs of Italian Scops Owls. Avocetta 23:187
  • Sorace A. Guida al riconoscimento del sesso e dell'età di alcuni rapaci italiani. Documento interno WWF ITALIA
  • Taylor I., 1994. Barn Owl. Cambridge Press

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